Frammenti

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Proporrei ora una raffica di quelle straordinarie esortazioni/affermazioni con le quali Le Corbusier disseminava i suoi libri (dichiarando con la sola forza grafica la sua poetica e il suo modo di progettare): ‘Liberté individuelle’; ‘Etablir des rapports émouvants’; ‘Le jeu savant correct et magnifique des volumes sous la lumière’; ‘Objets à réaction poétique’; tanto per citarne alcune fra le più potenti. E ancora vorrei ricordare la ‘Promenade architecturale’, come da lui viene descritta parlando della Ville Savoye nelle sue ‘Précisions’ del 1930: forse quella che a tutt’oggi merita di essere considerata l’unica lezione completa di ciò che oggi chiamiamo Interior Design. Accompagnata, come purtroppo non capita di frequente, da un’accurata dimostrazione: un edificio costruito, vivo e vegeto, che comunica ancor meglio delle parole. Ma si badi: questa lezione di LC a tutti gli effetti è un racconto basato su di un plot, in un senso perfettamente corrispondente alla definizione che di questo termine ha dato E. M. Forster nel 1927 in un campo soltanto apparentemente lontano, quello letterario: le relazioni di causa/effetto fra gli accadimenti (e i personaggi) di una storia. Non a caso Le Corbusier sulla sua pièce d’identité dichiarava come professione ‘homme de lettres’: vedete quanto sono impalpabili i confini fra le arti, più o meno applicate: se ad ‘accadimenti’ sostituiamo la parola ‘spazi’ e a ‘una storia’ ‘un interno’   ritroviamo la medesima struttura (e la ratio poetica e compositiva). E anche il paesaggio diviene uno dei personaggi, ritagliato e inquadrato in varie pose, incorporato nell’interno, uno dei vari protagonisti. 

(A proposito di ‘objets à réaction poétique’ me ne viene in mente uno, fra i tanti possibili -dopo tutto ciascuno dovrebbe avere il diritto di comporne elenchi e raccolte del tutto personali-: il battipanni KS1475 in polietilene armato in acciaio armonico disegnato nel 1957 da Gino Colombini per Kartell-samco. Specie come lo si scopre sulla copertina del bellissimo numero 4 di ‘qualità’, primavera-estate 1957, la preziosa rivista dell’azienda, interamente curata da Michele Provinciali,  protagonista dell’epoca d’oro della nostra grafica.

Un paesaggio di oggetti. Una grafica raffinatissima, un fotografo straordinario, e la capacità rara di vedere le infinite potenzialità delle cose variandone la scala. (D’altra parte, la copertura di Notre Dame du Haut a Ronchamp non deve forse la sua esistenza a un carapace osservato da due occhi che vedevano, come troppo raramente purtroppo accade?).