Frammenti

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Chiusa questa che potrebbe sembrare una parentesi ma non lo è affatto, vorrei ricordare un contributo insuperato e insostituibile, quello di Hermann Muthesius nei suoi tre volumi di Das englische Haus. Non soltanto una documentazione minuziosa della vicenda della casa inglese fra il 1860 e il 1900, ma a tutti gli effetti un vero e proprio manuale di Interior Design, un caso unico nella letteratura di settore. Attraverso l’esame di decine e decine di declinazioni di una medesima Wohnkultur (tutte costruite e accuratamente descritte e analizzate) emerge in primo piano una nozione affatto originale del concetto di ‘funzione’, che trova una sua definizione fra ‘comfort’ e Stimmung, ben diversa dall’accezione ergonomico-sociologica  o semplicemente tecnologico-costruttiva che si diffonderà rapidamente dalla Germania all’Europa continentale e poi anche altrove. Mentre le consuete distinzioni fra interni ed esterni perdono la loro ragion d’essere, ogni singola stanza, considerata come unità ‘ultima’ della casa, ha carattere proprio e ben definito, rifiutando ogni intelaiatura rigida di regole fisse. Superando l’idea di ‘strictly unity of the interior’, di stretta derivazione Arts and Crafts, ne vengono individuati alcuni caratteri ‘necessari’, in primis la garanzia dell’isolamento, o meglio dell’intimità, ottenuta con la disposizione opportuna dei suoi elementi: per esempio delle porte, curandone il loro senso di apertura, mai spalancate verso la parte    più interna dello spazio interno; delle aperture verso l’esterno; della collocazione del camino o della ingle nook per rafforzare il senso della privacy anche attraverso un’attenta diffusione del calore. Ne deriva una ‘naturale’ esattezza dello spazio e dei suoi dispositivi. Una lezione ancor più che un manuale.